Abbandonare il multitasking e lavorare meglio

Fino a qualche anno fa, ma per qualcuno ancora oggi, esisteva il mito del multitasking: l’abilità di svolgere più compiti contemporaneamente.
Multitasking
Le aziende elogiavano chi riusciva a portare a termine molte cose contemporaneamente, li cercavano, nell’illusione che tutti i compiti fossero svolti perfettamente. Ma è davvero così?

Vari studi, nel corso degli anni, hanno dimostrato il contrario. Dedicarsi a più compiti contemporaneamente è dannoso, non solo per il nostro cervello, ma anche per la qualità del lavoro. Il multitasking è fattibile solo  quando si affrontano due compiti che non coinvolgono le stesse aree del cervello (ad esempio leggere e ascoltare musica strumentale) o quando uno dei due compiti è automatico.

gli svantaggi del multitasking

Secondo studi condotti da più ricercatori nel corso degli anni, il multitasking, in realtà, non esiste perché il nostro cervello non è “programmato” per esso. La verità è che, mentre noi ci illudiamo di star facendo tutto insieme, il nostro cervello affronta ciascun compito singolarmente, passando da uno all’altro in modo molto veloce. Qualcosa che sicuramente sa fare, ma che compromette l’attenzione che si dedica a ciò che si sta facendo e, quindi, la qualità del lavoro svolto. È come quando, imbottigliati nel traffico, continuiamo a premere alternativamente acceleratore e freno. Il cervello parte, pronto a concentrarsi su un compito, e subito si deve arrestare e guardare altro. Risultato: fatica e stress inutili.
Inoltre è dimostrato che la velocità di esecuzione dei compiti diminuisce. Mettendo a confronto chi esegue due o più compiti contemporaneamente e chi ne affronta uno per volta, è emerso che il secondo termina tutti i compiti in meno tempo.

cambiare si può

Questo perché il nostro cervello si concentra completamente sul compito che sta svolgendo e, restando sulla metafora automobilistica, preme l’acceleratore al massimo, portando a termine il compito in tempi più brevi.
Un interessante articolo della dottoressa Sandra Bond Chapman, fondatrice e direttrice del Center for Brain Health dell’Università del Texas, spiega perché conviene sviluppare il single-tasking e come passare dalle vecchie abitudini alle nuove. Soltanto il titolo, “Why single-tasking makes you smarter” (perché il single-tasking ti rende più intelligente), lascia ben sperare in una migliore alternativa al modo di affrontare il lavoro.

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