Dopo il convegno di cui vi ho parlato nell’articolo Nuovi imprenditori e opportunità: la Fiera del Lavoro Intraprendente, ho cercato qualche informazione in più sui Makerspace. Mi sono così imbattuta in un articolo dello scorso marzo su La Stampa riguardo un censimento di queste strutture in Italia: FabLab e Makerspace, un fenomeno in espansione.
Ne risulta un quadro piuttosto interessante sulle potenzialità per queste strutture e le opportunità che offrono ai piccoli artigiani.
Ma cos’è esattamente un makerspace, o fablab?
Si tratta di laboratori fisici, che offrono spazi di coworking e tecnologie avanzate per la produzione e la prototipazione, accessibili gratuitamente o sottoscrivendo un abbonamento per l’accesso. Il tutto sostenuto da una rete internazionale, che condivide i principi di una Fab Charter, una sorta di statuto che indica i principi di funzionamento di questi spazi.
Come sono nati i makerspace?
L’idea è del professor Neil Gershenfeld, del MIT, che nel 2001 ottiene un finanziamento per aprire il Center for Bits and Atoms. Il centro diventa presto il primo di una rete internazionale, in cui è a disposizione un insieme di macchine definite che permettono di inviare oggetti digitali in tutto il mondo e fabbricarli fedelmente ovunque. Ogni progetto è condiviso e a disposizione di chiunque entri nel laboratorio.
Insomma, una grande opportunità per sviluppare e diffondere in tutto il mondo i nuovi progetti di artigiani che, altrimenti, potrebbero non avere la possibilità di svilupparli o renderli accessibili. Il tutto grazie alla tecnologia e alla condivisione del sapere.